I SOLITI NOTI
Da un po’ di tempo a questa parte i cooperatori sono diventati loro malgrado “i soliti noti”. Se una coop vince un appalto hanno vinto “i soliti noti”, se una coop vive una crisi aziendale, ecco la crisi dei “soliti noti” e potremmo continuare. Ogni volta che compare, questa connotazione è sempre negativa. Il mondo della cooperazione ci ha messo del suo per arrivare a questo punto e note vicende stanno lì a testimoniare che c’è qualcosa che non funziona. Quello che ci si dimentica di dire è che “i soliti noti” sono anche quelli che creano cooperative dalle tante, troppe, chiusure di aziende e che lo fanno al solo scopo di salvaguardare l’occupazione. Sempre i “soliti noti” sono quelli che hanno retto alla recente crisi del lavoro anche in netta controtendenza, creando occupazione negli anni in cui gli indici della disoccupazione sono esplosi. “I soliti noti” non hanno delocalizzato nel decennio in cui se non ti trasferivi in Romania, in Serbia o in Cina sembravi pazzo. Pochi, pochissimi, prestano attenzione al fatto che senza “i soliti noti” buona parte del welfare con cui siamo abituati a convivere (sanità, assistenza sociale, infanzia, anziani) non ci sarebbe o ci sarebbe solo per pochi. La cooperazione ha dato e dà ogni giorno, molto all’Italia e moltissimo all’Emilia-Romagna. La cooperazione ha però una cosa che nessun altro ha: una presunzione di superiorità morale che è sì riconosciuta dalla Costituzione Italiana ma non basta perché per mantenerla dobbiamo sapercela meritare nell’operare quotidiano. Non ci stupiamo quindi del fatto che quando uno scandalo colpisce una cooperativa o i suoi dirigenti, la reazione pubblica sia più accesa che nel caso di un’impresa o un imprenditore privato. In fondo la cooperativa è un patrimonio collettivo, ed è giusto così. Da questo punto di vista tocca alla cooperazione stessa promuovere e pretendere norme che impongono maggiore trasparenza e vigilanza sulle cooperative. La recente proposta di legge di iniziativa popolare contro le false cooperative, di cui è in atto la raccolta di firme, va in questa direzione. Essa va accompagnata da altre misure e lo faremo. Nel frattempo, con riguardo agli scandali e alle accuse formulate contro cooperative e cooperatori, “i soliti noti” attendono con senso civico i risultati delle azioni giudiziarie, senza alzate di scudi o accuse alla magistratura di strumentalizzazioni, di deviazioni o tutto quanto conosciamo di un triste repertorio. Sarà strano per qualcuno, ma “i soliti noti” alle istituzioni ci credono ancora.
Massimo Mota
Presidente AGCI Emilia Romagna